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Showing posts from 2017

007.1. Empress Elizaveta Petrovna / Елизавета Петровна

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According to Golicyn (109-110) , the Empress Elizabeth, known in Russian as Elizaveta Petrovna (1709-1761), who reigned from 1741 until her death in 1761, wrote three brief verses and part of an acrostic. Most literary historians have regarded this output as insufficient evidence that she was a bonafide writer and it has failed to secure her a place in literary history.[1] Nonetheless, even these few literary fragments – if they are really hers – arguably make Elizabeth a more prominent cultural actor than many of her peers: if she wrote less than her great aunt, Natal'ja Alekseevna , she perhaps wrote more than Sof'ja Alekseevna , or Peter the Great's semi-illiterate wife, Catherine I (author of a handful of letters), or the Empress Anna Ioannovna . But did she really write these texts or is Elizabeth's authorship merely, as Amanda Ewington (23) has suggested, the stuff of legends? Let's look at these verses in the next few posts.  The first verse that Golic

Translation 1.7 Elena Gan, Il giudizio del bel mondo

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[CONTINUATO DA PARTE N. 6 ] Elena Gan, IL GIUDIZIO DEL BEL MONDO (1840) (traduzione a cura di Carmen Di Mario) [PARTE N. 7] COPIA DELLA LETTERA DI ZENAIDA N*** “Vlodinskij, voi avete ucciso mio fratello, mio padre, avete ucciso me, ma non vi scrivo per accusarvi, ma per perdonarvi; perdonarvi con tutto il cuore, che non ha serbato neanche un’accusa contro il disgraziato. Sì, Vlodinskij, io vi perdono. Siete un cieco, non un criminale; siete soltanto un uomo come tutti gli altri: più debole e avventato che malvagio; vi siete infatuato di un’apparenza ingannevole; che vi perdoni Dio nei cieli e la vostra coscienza sulla terra così come vi perdono io! Quando il vostro sguardo cadrà su queste righe, le mie ceneri già giaceranno insieme alle ceneri della mia famiglia, le nostre anime si fonderanno in un’unica preghiera dinanzi al Signore, ed Egli, misericordioso, farà discendere su di voi una serenità che non vi sarà più data né dal frastuono del bel mondo, né dalla

Translation 1.6 Elena Gan, Il giudizio del bel mondo

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[CONTINUATO DA PARTE N. 5 ] Elena Gan, IL GIUDIZIO DEL BEL MONDO (1840) (traduzione a cura di Carmen Di Mario) [PARTE N. 6] Non ricordo come finii in una trattoria, poi nella mia stanza. Ero in preda alle smanie, al delirio; i sentimenti in me si erano irrigiditi, il senno si era fatto muto; neanche un solo pensiero affiorava alla mente, non un fremito rivelava la vitalità del cuore. Quasi nel contempo ritornarono a casa le mie cugine e, senza darmi il tempo di svestirmi, mi circondarono, tempestandomi di domande: — E quindi sei stato dalla moglie del generale?.. Ti hanno ricevuto con affetto?.. Sono stati contenti di vederti?.. — Oggi non ricevono nessuno, — risposi, ripetendo involontariamente le parole del lacchè che ancora risuonavano nella mia testa come i colpi di un martello pesante. — Come, non ricevono!.. Che sciocchezza, proprio adesso ho visto tre carrozze al suo ingresso. — Io ho visto il principe andar via da casa sua. — Ma hai